La città

La città di Altamura sorge nel cuore dell’entroterra barese, quasi al confine con la Basilicata, ed è nota per il suo patrimonio archeologico, per le bellezze del suo centro storico e per le peculiarità del suo territorio.

I famosi ritrovamenti fossili dell’Uomo di Altamura sono testimonianza della presenza umana in questa zona già 150.000 anni fa. Abitata nel tempo da diverse popolazioni, subì secoli di declino fino ad essere rifondata nel 1243 da Federico II di Svevia, che nella scelta del nome si ispirò ai resti delle “alte mura” del V-VI secolo a.C., in parte ancora visibili.  

Il regno di Federico II diede il via alla rinascita della città, che si ripopolò di genti arabe, greche ed ebree e si dotò della sua splendida Cattedrale. È in questo periodo che Altamura assume il suo aspetto caratteristico con i “claustri”, piccole piazzette circondate di viuzze.

La città visse un’epoca particolarmente florida tra il 1500 e il 1700, arricchendosi di chiese e palazzi nobiliari che ancora oggi rendono il suo centro storico un piccolo scrigno di bellezza. Nel 1748 fu istituita l’Università degli Studi, che partecipò a diffondere ideali di uguaglianza e libertà promossi dalla Rivoluzione Francese. Conquistati da questo nuovo spirito, nel 1799 i cittadini si mobilitarono in una lunga resistenza all’assedio dell’esercito della Santa Sede, per il quale gli storici del Novecento iniziarono a chiamare la città “Leonessa della Puglia”.

 

Il territorio

GROTTE, MASSERIE  E PAESAGGI INCONTAMINATI 

Il territorio di Altamura è in pieno Parco Nazionale dell’Alta Murgia, l’altopiano roccioso inondato di luce che custodisce l’ultimo esempio di steppa mediterranea in Italia. 

Il suo paesaggio incontaminato sorprende con grotte naturali e terrazze di pietra affacciate su valli carsiche chiamate “lame”.
Nel verde spiccano le costruzioni in pietra a secco che servivano da ricovero per gli animali. Possenti e maestose sono le masserie, alcune fortificate come veri e propri castelli, che erano i centri vitali dell’economia agricola locale sin dal XV secolo.

Ma la zona è famosa soprattutto per i ritrovamenti fossili eccezionali come “l’Uomo di Altamura”, ritrovato nella grotta di Lamalunga, unico scheletro umano del Paleolitico attorno al quale è nata una rete di musei tutti da visitare,
e le 30.000 orme di dinosauri, in località Pontrelli, perfettamente conservate. Altra particolarità da visitare è il Pulo, una dolina di origine carsica che appare sotto forma di voragine e che si è creata dal continuo convogliarsi delle acque in quel punto.  

Costituito prevalentemente da rocce calcaree, tufi e depositi di argille, tutto l’altopiano è ricco di funghi, lampascioni, asparagi selvatici e cardoncelli. Nel Parco nazionale dell’Alta Murgia vivono indisturbate le piante rare, dove uccelli in via d’estinzione costruiscono il loro nido. Lasciatevi inebriare dal profumo di more selvatiche e fermatevi ad ammirare in silenzio le donnole, le volpi e i falchi grillai.

 

 

I sapori

PANE E FANTASIA. A TAVOLA CON GUSTO

 

Il pane è il re della tavola ad Altamura. Cotto al forno a legna nelle tante panetterie del paese, è il primo prodotto da forno in Europa ad avere ottenuto il marchio Dop nel 2003. 

A base di semola di semola rimacinata, rigorosamente raccolta nelle campagne limitrofe, il pane è preparato secondo tecniche risalenti al Medioevo, lavorato con acqua, sale marino e lievito madre, ed è cotto nel forno a legna, restando morbido fino a 6-10 giorni. È talmente buono da essere servito come pietanza anche da solo (magari con un filo di olio extravergine di oliva), e non solo come complemento.

Ma non si può comprendere la città di Altamura se non gustando tutti i suoi sapori e profumi. La cucina tipica è caratterizzata da numerose piante ed erbe spontanee, cui si aggiunge il prelibato fungo cardoncello (Pleurotus eryngii).  Dalla tradizione zootecnica derivano i prodotti caseari come la ricotta, i bocconcini, le trecce, le scamorze, lo scamorzone, il formaggio pecorino e i piatti a base di carne ovina, quali l’agnello arrostito alla brace, il cutturidde (lesso di agnello ed erbe selvatiche), la pecora alla rezzaule (cotta molto lentamente, con verdure ed erbe aromatiche, in un recipiente di terracotta in forno a legna), i gnumurérre (involtini di animelle e interiora d’agnello cotti alla brace), il salame e la salsiccia di carne di maiale, lavorate ‘a punta di coltello’. 

Tra i dolci si segnalano i sospiri, i dolci di pasta di mandorle, i mustazzéle (dolcetti a base di vincotto di fichi o uva) e il rinomato liquore Padre Peppe.

 

 

Mappa interattiva

La storia

LA CITTA' FONDATA DA FEDERICO II DI SVEVIA

Il territorio di Altamura è ricco di testimonianze del popolamento umano dell’età paleolitica, dell’età neolitica e dell’età del bronzo, periodo al quale si ascrivono le tracce più antiche, per quanto riguarda l’ambito urbano. Alla prima età del ferro si datano raggruppamenti di capanne, che preludono alla città peuceta, difesa dalla doppia cinta delle mura megalitiche (V-IV sec. a.C.).

Dopo più di un millennio di abbandono, nel 1243 Federico II di Svevia fondò Altamura sull’acropoli della città antica, popolando la città attraverso la concessione di agevolazioni fiscali.

Alla fine del XIII secolo, Sparano da Bari signore della città sistemò la cinta urbica, che racchiude l’attuale centro storico, ricco di chiese e palazzi nobiliari.

Nel 1542 Ottavio Farnese divenne signore della città, la quale conobbe un’epoca di floridezza economica, culturale e artistica. La signoria dei Farnese durò fino al 1731, quando il feudo passò per via materna a Carlo di Borbone, che sarebbe divenuto re di Napoli dal 1734. Costui autorizzò l’istituzione di una Regia Università, che ebbe vita dal 1748 al 1811. Nel 1799 Altamura aderì alla Repubblica partenopea, subendo dopo una strenua resistenza il saccheggio delle truppe sanfediste, guidate dal cardinale Fabrizio Ruffo.